Letteratura e natura
La letteratura evade per incontrare la natura
Era questo il filo conduttore dell’iniziativa che avrebbe dovuto inaugurarsi con la presenza di Erri De Luca, in un dialogo immaginato come soglia verso un ciclo di incontri, una “porta dei sogni” capace di aprire mondi e riflessioni. Ma la realtà, come spesso accade, ha imposto una pausa improvvisa.
La drammatica emergenza sanitaria ha sospeso ogni programma, congelando entusiasmi e progetti in un tempo incerto, fatto di attese e di timori. L’autunno aveva riportato con sé la risalita dei contagi, e l’idea stessa di ritrovarsi, di condividere uno spazio fisico e un respiro comune, sembrava svanita.
Eppure, quando la realtà chiude una porta, la creatività trova un varco.
L’impossibilità di riunirsi in un luogo simbolicamente raccolto come la biblioteca ha spinto lo sguardo altrove, verso spazi più intimi, più autentici, più carichi di memoria.
È così che il pensiero è volato al giardino di casa Basile, a Trentola-Ducenta: un luogo privato e al tempo stesso aperto, dove la natura diventa testimone silenziosa di nuovi incontri, e dove la letteratura può respirare liberamente, senza barriere.
L’incontro
In questa cornice crepuscolare, avvolta da una luce gentile e da un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà, è andato in scena l’incontro con Giuseppe Montesano.
Con la sua consueta brillantezza, con la parola limpida e tagliente, lo scrittore ha saputo accendere la serata, intrattenendo la piccola platea su un tema tanto urgente quanto universale: la necessità della lettura come strumento di resistenza alla deriva digitale, come via di salvezza per l’anima in un mondo che tende a smarrire il contatto con la profondità e con la lentezza del pensiero.
Montesano ha ricordato che leggere significa “diventare vivi”, citando il titolo del suo pamphlet Come diventare vivi (ed. Bompiani), e ha restituito al pubblico l’idea che ogni libro letto è un incontro, un atto di libertà, un modo per abitare con consapevolezza il tempo presente.
La serata
La serata si è conclusa con un senso di gratitudine e di leggerezza: la consapevolezza che, anche nei momenti più difficili, la letteratura sa trovare la via del cuore, sa uscire dagli spazi istituzionali per tornare dove tutto nasce — tra le voci, i volti, le piante e i silenzi di un giardino.
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